“Investite sulla provinciale 119” – comunicato del circolo bollatese di Legambiente

Condividiamo l’articolo pubblicato su ” il Giorno” è il comunicato stampa del circolo bollatese di Legambiente, che chiede il completamento della strada provinciale n119

COMUNICATO STAMPA

L’A52 sta sempre più prendendo forma. L’ex tangenziale nord – la Rho-Monza, come per tutti questi anni l’abbiamo chiamata- si è trasformata in A52. In questo passaggio crediamo che il sistema viabilistico intorno a Bollate abbia guadagnato in fluidità del traffico e un tracciato meno impattante sul territorio, rispetto a quello precedente che verrà chiuso e smantellato.

Il nuovo tratto di autostrada, infatti, corre per buona parte in galleria e in trincea e questo importante e qualificante risultato è stato ottenuto anche con l’azione dell’allora Circolo di Legambiente Bollate-Baranzate, che 20 anni fa chiese di spostare l’asse viabilistico più lontano del centro abitato baranzatese, di eliminare la pericolosa curva che passava sotto il ponte e di ripensare la struttura con criteri più moderni ed attenti all’impatto ambientale. Quando le idee sono buone, trovano poi le gambe per camminare; occorre impegno e determinazione.

Il Circolo Legambiente di Bollate, rinato poco più di un anno fa, ha il compito e il dovere di raccogliere il testimone di quella battaglia e di continuare a riflettere, confrontarsi ed agire perché la nostra città si sviluppi a partire dai valori ambientali. Per questo l’attenzione sulla realizzazione dell’A52 non calerà, anzi aumenterà perché anche tutte le opere compensative (piantumazioni, recupero di aree verdi, smaltimento corretto dei detriti) vengano portate a termine nei dovuti modi e nei tempi concordati.

E nell’ottica di una futura viabilità più funzionale ed ordinata – è uno dei più gravi problemi di Bollate – chiediamo con forza che l’amministrazione prenda in seria considerazione il completamento della Strada 119, che collega la Varesina con Senago e Cassina Nuova; manca circa 1km per congiungersi con la Comasina all’altezza di Paderno. In questo modo, A52 e 119 insieme, consentirebbero di spostare traffico ed inquinamento ai confini di Bollate nella direzione est-ovest. E chissà che allora non si possa riattivare la ZTL con buona pace di tutti.

Non crediamo sia questione di risorse economiche, ma di chiarezza di obiettivi.

Bollate, 20 novembre 2017

​Circolo Legambiente Bollate

P.s.1.

1 ( linea tratteggiata rossa)TRATTO MANCANTE DELLA STRADA PROVINCIALE N.119

2: (linea tratteggiata viola) nuova “strada locale di progetto”, per spostare il traffico da via Kennedy

3: via Kennedy

4: localizzazione del centro Bitumati 2000

5: localizzazione dell’area Galli, in territorio di Senago, sul quale si vogliono insediare 3 “centri di raccolta di rifiuti pericolosi e non pericolosi”

6: (perimetro in linea rossa) la nuova area produttiva individuata dal P.G.T. (Il piano di governo del territorio di Bollate, e che comprende il vecchio inceneritore di Cassina Nuova, abbandonato a sé stesso da più di 20 anni

7: localizzazione del luogo in cui verranno realizzate le vasche di laminazione del Seveso di Senago, sopra la falda acquifera di Bollate

8: (linea tratteggiata viola) nuova “ strada locale di progetto”, nota come “Gronda nord”, pensata per collegare l’incrocio tra via Verdi e la “varesina”, con il sottopasso di via Veneto – viale Lombardia (tutta (in pieno parco delle Groane).

9: (perimetro in linea rossa) localizzazione dell’area su cui si vuole realizzare l’ennesimo, nuovo centro commerciale bollatese

10: il tracciato della nuova autostrada A52, che conosciamo tutti come “Rho-Monza”

La riielaborazione è stata fatta sulla tavola di PGT http://www.comune.bollate.mi.it/DATA/allegati/pagine/DP01_DISEGNO%20STRATEGICO%20DELLA%20STRUTTURA%20PUBBLICA_agg.%20VAR.1%20e%20VAR.2%20e%20PL%20AdT5.pdf

“ … ecco il progetto per il post-Expo: polo tech, verde e università in gestione agli australiani”

Leggiamo dalle cronache giornalistiche:

” l masterplan – Gli australiani di Lend Lease gestiranno in concessione per 99 anni lo sviluppo dell’area, in cambio di 671 milioni ad Arexpo

Tra qualche giorno ci sarà l’annuncio ufficiale di che cosa sarà fatto sull’area Expo. Gli australiani di Lend Lease il 9 novembre hanno vinto la gara con una proposta di masterplan che, secondo quanto il Fatto Quotidiano può anticipare, concentra il parco al centro della grande area, in un’unica spina verde che sostituisce e amplia il “decumano”, la grande strada su cui si affacciavano i padiglioni di Expo. Il parco dividerà le aree pubbliche, a nord della zona verde, dalle aree private, a sud. Quattro gli insediamenti pubblici. Il campus dell’Università Statale di Milano, che trasferirà qui, a est dell’Albero della Vita, le sue facoltà scientifiche che ora sono nelle vecchie sedi di Città Studi. Human Technopole, il centro di ricerca su genoma e big data, che occuperà Palazzo Italia e la parte a ovest dell’Albero della Vita. La Cascina Triulza resterà come casa delle associazioni del volontariato, oltre a ospitare la sede di Arexpo, la società pubblica proprietaria delle aree che ora svilupperà l’operazione immobiliare insieme a Lend Lease. Infine, contiguo alla Triulza, sorgerà il nuovo ospedale Galeazzi.

Gli edifici. Sotto la spina verde saranno concentrati gli interventi privati, sviluppati da Lend Lease o direttamente da Arexpo. Soprattutto terziario (200 mila metri quadrati), ma terziario di qualità, almeno secondo le promesse degli sviluppatori: hanno già presentato manifestazioni d’interesse grandi aziende come Novartis, Bayer, Glaxo, Bosch, Abb, Celgene, Ibm Watson. Poca residenza, 24 mila mq, a cui si aggiungono 9 mila mq di “senior living”, cioè residenze di altissimo livello, e 30 mila di social housing, ossia case a prezzo calmierato. Ben 54 mila mq saranno residenze per studenti, in prossimità del campus universitario, 16 mila saranno spazi commerciali, ma senza grande distribuzione, e 7 mila mq per hotel.

In totale, sono 480 mila i metri quadrati di costruito proposti dal progetto Lend Lease, che diventeranno 510 mila con i 30 mila di social housing. Il parco nel progetto occupa 460 mila metri quadrati, 20 mila più di quanto era obbligatorio, ed è uno spazio unitario e continuo, non spezzettato, come si temeva, in tanti “giardini condominiali”.

Human Technopole occuperà 35 mila mq: Palazzo Italia appositamente ristrutturato, i padiglioni ex Expo del “cardo”, la stecca ex Expo che si affaccia sulla piazza dell’Albero della Vita, più due fabbricati nuovi per i laboratori, uno di 18 mila mq e l’altro di 2 mila. Il campus della Statale per 18 mila studenti impegnerà 98 mila mq di cui 42 mila di costruito, mentre su 50 mila mq cresceranno i sedici piani del nuovo ospedale Galeazzi.

I soldi. La società Arexpo (39% ministero dell’Economia, 21% Regione Lombardia, 21% Comune di Milano, 16% Fondazione Fiera Milano), che ha comprato da privati i terreni dove si è svolto Expo 2015, nel 2018 avrà 200 milioni di debito. Conta di rientrare in dieci anni. Con i 671 milioni che saranno via via versati da Lend Lease, che avrà la concessione per 99 anni per “valorizzare” almeno 250 mila mq. Altri 230 mila mq saranno “valorizzati” direttamente da Arexpo, che conta di ricavarci 130 milioni, vendendoli a Lend Lease o direttamente a privati. Arexpo incasserà poi 25 milioni dal Galeazzi, per i 50 mila mq venduti per l’ospedale. Altri 140 milioni potrebbero arrivare in dieci anni dagli oneri di urbanizzazione dell’area.

I tempi. L’attuale proposta di masterplan di Lend Lease diventerà masterplan definitivo entro il giugno 2018, quando sarà approvato dall’assemblea degli azionisti di Arexpo. Entro la fine del 2018 dovrà essere approvato dai Comuni di Milano e di Rho lo strumento urbanistico (il Programma integrato d’intervento). Poi si apriranno i cantieri. Intanto però partiranno almeno il Galeazzi (cantiere nella primavera 2018) e Human Technopole: 22 dicembre 2017 consegna di Palazzo Italia ristrutturato, gennaio 2018 arrivo dei primi 40 addetti e ricercatori, che diventeranno 400 a fine 2018. Tutti gli edifici per il polo tecnologico saranno consegnati a fine 2021 ed entreranno a regime, con 1500 addetti, nel 2024.”

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/post-expo-ecco-il-progetto-polo-tech-verde-e-universita/