“People4Soil”, aderire è semplice ed immediato. Fatelo 

Peolpe4Soil
“DIVENTA VOLONTARIO IN DIFESA DEL SUOLO

Sei un blogger professionista, un esperto di social media o semplicemente un assiduo utilizzatore della rete? La natura ha bisogno del tuo aiuto: diventa un Ambasciatore di People 4 Soil!

Pochi sanno che il suolo è la risorsa più importante d’Europa, in quanto è strettamente connesso al benessere umano e alla sostenibilità ambientale. Senza proteggere il suolo sarà impossibile sfamare la popolazione mondiale, fermare la perdita di biodiversità, passare ad un’agricoltura senza sostanze tossiche, mitigare il riscaldamento globale e adattarsi ai cambiamenti climatici!

Questo è il motivo per cui a Settembre 2016 una rete di più di 300 organizzazioni lancerà una Iniziativa dei Cittadini Europei per introdurre una specifica legislazione a tutela del suolo in Europa. Una ICE non è una normale petizione: è lo strumento ufficiale per invitare la Commissione Europea a proporre nuovi atti legislativi. Un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, e inoltre è richiesto un numero minimo di firme in almeno 7 Stati Membri. Questo difficile obiettivo deve essere raggiunto in 12 mesi, per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
Se sei editor di un sito web, se sei attivo sui social network (Facebook, Twitter, Instagram…) e hai molti amici che possono ascoltare i tuoi messaggi in difesa della natura, registrati come “Ambasciatore di People 4 Soil” e compila il questionario che trovi qui sotto! Riceverai il nostro kit del web attivista, e durante la campagna ti invieremo specifici contenuti, articoli inediti e social media post pronti per essere condivisi sul tuo sito, blog o social network.
Aiutaci a dare un diritto al suolo, unisciti a #People4Soil! ” 

Noi CBS abbiamo aderito. 

Per saperne di più, premi qui

Profughi a Bollate? Con un progetto serio di accoglienza si può.

 

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La notizia ha riempito le prime pagine dei giornali locali e nazionali di qualche giorno fa: centinaia di profughi sistemati al confine di Bollate nell’area Expo. Subito si è scatenata la protesta e la preoccupazione dei politici e dei cittadini, ora rientrata perché gli immigrati sono stati spostati altrove.Tutti sappiamo che questo è un modo di operare che segue la logica dell’emergenza piuttosto che quella del governo del problema. Cosa fare allora? Come muoversi?

Il fenomeno migratorio è ormai un dato di fatto del nostro tempo e dei nostri territori. Se non si parte da questa consapevolezza non riusciremo mai ad affrontare adeguatamente il problema (che è in realtà insieme anche una risorsa) né come Europa, né come Italia e nemmeno come città di Bollate. Sentiamo spesso dire, a ragione, che bisogna passare dalla fase dell’emergenza alla fase del governo del fenomeno migratorio; perciò occorre per quanto possibile preparare, programmare e gestire al meglio tutti gli aspetti che riguardano l’accoglienza, l’inserimento e l’integrazione di tante persone che fuggono da guerre, miseria, catastrofi naturali, regimi politici autoritari. Non è nostra intenzione affrontare in questo contributo di riflessione il problema dell’immigrazione in quanto tale, né tanto meno inseguire facili slogan che alzano polveroni mediatici ma non costruiscono nulla. Proviamo piuttosto ad avanzare una proposta politico-amministrativa, che non vuole essere originale, e di fatto non lo è – esperienze simili sono già in corso anche in Italia – ma concreta, percorribile e in linea con l’obiettivo di governare il fenomeno migratorio.

Per non rincorrere la situazione e trovarsi inevitabilmente impreparati a gestire domani l’accoglienza improvvisa e numerosa di immigrati, pensiamo che la nostra città oggi possa perseguire l’obiettivo di creare le condizioni per privilegiare l’accoglienza diffusa dei migranti nel territorio. Come? Innanzitutto bisogna censire gli appartamenti sfitti presenti in città e proporre ai proprietari di metterli a disposizione per accogliere nuclei familiari di immigrati/profughi. Certo la Prefettura e il Comune devono farsi garanti di una serie di aspetti: l’affitto/convenzione d’uso e forme di incentivo (es. sgravi su tasse locali). Pensiamo, poi, sia utile e funzionale che nella gestione effettiva dei nuclei familiari accolti siano coinvolti direttamente associazioni del settore, che in modo più agile e puntuale sanno farsi carico delle problematiche inerenti il fenomeno migratorio. Al Comune in particolare, a nostro parere, spetterebbe un ruolo di supervisione e regia dell’azione nel suo complesso, promuovendo una rete di solidarietà in città che programmi corsi di italiano, incontri con la cittadinanza sul progetto, iniziative che valorizzino gli scambi culturali e la convivenza.

Siamo sicuri che in questo modo la gran parte dei cittadini, le parrocchie, le associazioni e gli enti di volontariato di Bollate saranno convintamente al fianco dell’amministrazione comunale.

Di fronte alla scontata obiezione e critica di chi dirà: “ E chi pensa agli italiani in difficoltà, senza lavoro e magari senza casa?”, rispondiamo che quest’azione di accoglienza e sostegno non è in alternativa ad un’altra, anzi può essere un modello di intervento valido anche per altri bisogni.

​Cittadini Bollatesi Solidali

Intorno al “consumo di suolo”

prato.jpgDa qualche tempo, ritrovandoci ad analizzare alcuni aspetti relativi al ” consumo di suolo” , con una visione più ampia piuttosto che solo locale e bollatese, da vari portali istituzionali e tecnici, abbiamo acquisito delle informazioni che crediamo possano essere utilissime per chi abbia voglia di condividere con noi le proprie impressioni.
Ve ne forniamo una sintesi. Buona lettura

Consumo di suolo

Il suolo è una risorsa fondamentale per l’uomo e costituisce, di fatto, una risorsa non rinnovabile, visti i tempi estremamente lunghi necessari per la formazione di nuovo suolo.

Per sua natura al centro di un sistema di relazioni tra uomo e cicli naturali che assicurano il sostentamento della vita, il suolo è non solo riserva di biodiversità, ma anche base per la produzione agricola e zootecnica, per lo sviluppo urbano e degli insediamenti produttivi, per la mobilità di merci e persone, per il benessere ed il godimento dei valori paesaggistici.

Tuttavia è ormai noto che, soprattutto a causa delle attività antropiche e di scelte di uso poco sostenibili, il consumo di suolo avanza e continua a generare la perdita irreversibile di preziose risorse ambientali e funzioni ecosistemiche, influendo negativamente sull’equilibrio del territorio, sui fenomeni di dissesto, erosione e contaminazione, sui processi di desertificazione, sulle dinamiche di trasformazione e sulla bellezza del paesaggio. Ciò porta ad una elevata sottrazione della biodiversità e della produttività e compromette la disponibilità di risorse fondamentali per lo stesso sviluppo della nostra società.

Negli ultimi anni stanno crescendo le iniziative legislative volte alla riduzione del consumo di suolo.

Gli orientamenti della comunità europea

Nel 2002 la Commissione europea aveva prodotto un primo documento, la Comunicazione COM (2002) 179 dal titolo “Verso una strategia tematica per la protezione del suolo” e nel settembre 2006 ha proposto una nuova Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, che avrebbe dovuto definire il quadro complessivo per la protezione del suolo e adottare la Strategia tematica per la protezione e l’uso sostenibile del suolo. Tale strategia pone l’accento sul prevenire l’ulteriore degrado del suolo e mantenerne le funzioni, sottolineando la necessità di porre in essere buone pratiche per ridurre gli effetti negativi del consumo di suolo e, in particolare, della sua forma più evidente e irreversibile: l’impermeabilizzazione (Commissione Europea, 2006).

L’importanza di una buona gestione del territorio e, in particolare, dei suoli è stata ribadita dalla Commissione Europea nel 2011, con la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse (Commissione Europea, 2011b), nella quale si propone il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere, in Europa, entro il 2050.

Obiettivo rafforzato in seguito dal legislatore europeo con l’approvazione del Settimo Programma di Azione Ambientale, denominato “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, (Parlamento europeo e Consiglio, 2013) che ripropone l’obiettivo precedente, richiedendo inoltre che, entro il 2020, le politiche dell’Unione debbano tenere conto dei loro impatti diretti e indiretti sull’uso del territorio.

Disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo

Negli ultimi anni sono state predisposte e avanzate numerose proposte per la gestione sostenibile e la salvaguardia dei suoli italiani, tra cui molte finalizzate al contenimento del consumo di suolo, tutelando le aree agricole e naturali e incentivando il riuso e la rigenerazione di aree già urbanizzate

In particolare, il disegno di legge 2039 e abb.  “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” in corso di esame in Commissione alla Camera dei Deputati, contiene un complesso di disposizioni volte a promuovere l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente mediante il contenimento del consumo del suolo, il riuso e la generazione urbana.

In base all’articolo 2  per “consumo di suolo” si intende l’incremento annuale netto della superficie agricola, naturale e semi-naturale oggetto di impermeabilizzazione e il perseguimento delle predette finalità comporta una valutazione delle alternative di localizzazione delle opere, per evitare il consumo di suolo inedificato. Pertanto la pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica è tenuta ad adeguarsi alle norme del provvedimento. Inoltre le politiche di sviluppo territoriale nazionali e regionali sono tenute a favorire la destinazione agricola e l’utilizzo di pratiche agricole anche negli spazi liberi delle aree urbanizzate.

All’articolo 3 viene stabilito che, con apposito decreto del Ministro delle politiche agricole, debba essere definita, in termini quantitativi, la riduzione progressiva e vincolante di consumo del suolo a livello nazionale, in coerenza con l’obiettivo dell’Unione europea di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. La Conferenza unificata stabilirà i criteri e le modalità per la definizione di detta riduzione, tenendo conto delle specificità territoriali delle varie aree del paese.

Le regioni dovranno dettare disposizioni per incentivare i comuni a promuovere strategie di rigenerazione urbana, anche mediante l’individuazione negli strumenti di pianificazione degli ambiti urbanistici da sottoporre prioritariamente a interventi di ristrutturazione urbanistica e di rinnovo edilizio, prevedendo il perseguimento di elevate prestazioni energetiche, l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’accessibilità ciclabile e ai servizi di trasporto collettivo, il miglioramento della gestione delle acque a fini di invarianza idraulica e riduzione dei deflussi.

L’articolo 11, infine, detta norme transitorie secondo le quali a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge e fino alla adozione del decreto di cui all’articolo 3, e comunque non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di suolo e che decorso inutilmente il termine di tre anni, nelle regioni e province autonome non è consentito il consumo di suolo in misura superiore al 50 per cento della media di consumo di suolo di ciascuna regione nei cinque anni antecedenti.

Proposta di Integrazione del Piano Territoriale Regionale ai sensi della l.r. n. 31 del 2014.

Con delibera n. 4738 del 22/01/2016 la Giunta regionale della Lombardia ha approvato la proposta di Integrazione del Piano Territoriale Regionale, ai sensi della l.r. n. 31 del 28 novembre 2014 per la riduzione del consumo di suolo.

L’Integrazione del PTR costituisce il primo adempimento per l’attuazione della recente legge regionale 31/2014 con cui Regione Lombardia ha introdotto un sistema di norme finalizzate a perseguire, mediante la pianificazione – regionale, provinciale e comunale – le politiche in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana, con lo scopo di concretizzare sul territorio il traguardo previsto dalla Commissione europea di giungere entro il 2050 a una occupazione netta di terreno pari a zero.

Il comma 2 dell’art.2 della l.r. 31/2014 attribuisce al PTR il compito di precisare le modalità di determinazione e quantificazione degli indici che misurano il consumo di suolo.

In particolare l’art.3 comma 1 lett. p, stabilisce che il PTR individui per gli Ambiti territoriali omogenei “criteri e linee tecniche per contenere il consumo di suolo programmato a livello regionale tenendo conto delle specificità territoriali, delle caratteristiche qualitative dei suoli, dello stato della pianificazione, urbanistica e paesaggistica, dell’esigenza di realizzare infrastrutture e opere pubbliche, dell’estensione del suolo già edificato, dell’effettiva sussistenza di fabbisogno abitativo legato ad incrementi demografici reali e dell’assenza di alternative alla riqualificazione e rigenerazione dell’urbanizzato, nonché di fabbisogno produttivo motivato anche sulla base di analisi desunte da indicatori statistici di livello locale e sovralocale che giustifichino eventuale consumo di suolo”.

Per l’approvazione e l’attuazione del PTR sono previste le seguenti procedure amministrative per il conseguimento dell’obiettivo di riduzione del Consumo di suolo:

  • La Giunta regionale approva l’integrazione del PTR che stabilisce la soglia regionale e le soglie provinciali di riduzione del consumo di suolo e attiva la procedura di VAS.
  • Il Consiglio regionale approva l’integrazione del PTR.
  • La Città Metropolitana e le Province elaborano un’ipotesi di soglie per ciascun ambito territoriale omogeneo (Ato) in collaborazione tecnica con la Regione e indicono conferenze di Ato per valutare con i Comuni le soglie comunali e i criteri di applicazione.
  • La Città Metropolitana e le Province inviano alla Regione eventuali proposte di modifica delle soglie e dei criteri.
  • La Regione raccoglie le proposte della Città Metropolitana e delle Province, elabora la ridefinizione delle soglie ed eventualmente la messa a punto dei criteri ed elabora il progetto di revisione finale del PTR, comprensivo degli elaborati della valutazione ambientale.
  • Il Consiglio regionale approva il progetto di revisione finale del PTR.
  • La Città Metropolitana approva il Piano strategico e le Province approvano i PTCP con le soglie definitive e i criteri definitivi entro 12 mesi dall’approvazione dell’adeguamento del PTR, come richiede la legge 31/2014.
  • Successivamente entro 12 mesi dall’adeguamento dei PTCP del Piano strategico della città metropolitana e dei PTCP, i Comuni approvano i nuovi Documenti di Piano dei PGT con le relative Carte del consumo di suolo e li inviano alla Città Metropolitana e alle Province per la verifica di compatibilità e alla Regione per il monitoraggio del PTR.

Per procedere all’individuazione della soglia regionale, e di conseguenza individuare le soglie provinciali, la proposta di revisione del PTR ha inteso necessario confrontare la domanda di superfici residenziali e per funzioni produttive di beni e servizi, con l’offerta potenziale di superfici costituita dagli Ambiti di trasformazione dei Documenti di Piano e dallo stock di immobili vuoti, dismessi, abbandonati e in costruzione.

Si è previsto, in linea teorica, che il fabbisogno sia soddisfatto prioritariamente dagli Ambiti di trasformazione previsti su suolo urbanizzato, in coerenza con il principio sancito dalla l.r. 31/2014 (ex art.3, comma 1 lett.h) di “tenere conto prioritariamente” delle presenza di patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato,

Il fabbisogno residuo, cioè quello che non trova localizzazione (dal punto di vista quantitativo) negli Ambiti di trasformazione su superficie urbanizzata, si ipotizza che venga soddisfatto dalle previsioni su superficie non urbanizzata.

Dal raffronto tra fabbisogno residuo e previsioni su superficie non urbanizzata emerge che queste ultime dovrebbero essere ridotte, a livello regionale, di una quota pari a circa il 45%, che al 2020 (coincidente con il primo periodo di vigenza del PTR integrato ai sensi della l.r.31/2014) si ipotizza possa essere pari a un intervallo compreso tra il 20 e il 25%, pari cioè a circa la metà della soglia al 2025.

La proposta di revisione del PTR ha articolato tale riduzione per la funzione residenziale e per funzioni produttive di beni e servizi

Per quanto riguarda la definizione delle soglie di riduzione di consumo di suolo provinciali per la funzione residenziale, le soglie di riduzione del consumo di suolo sono state raggruppate in due macro-classi:

  • tra il 20% e il 25% per le Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio e Varese;
  • tra valori maggiori di 25% e il 30% per le Province di Mantova, Monza e Brianza e la Città Metropolitana di Milano.

In sede di adeguamento al PTR integrato ai sensi della l.r. 31/2014, i PTCP e il Piano strategico della Città Metropolitana, dovranno definire (sulla base della soglia provinciale dettata dal PTR), le soglie di riduzione del consumo di suolo per gli Ambiti territoriali omogenei, che potranno essere integrate e riviste, in raccordo con il livello regionale, con l’introduzione di ulteriori elementi di giudizio utili a meglio definire eventuali singole specificità territoriali, differenziando, se necessario, i criteri di applicazione della soglia di riduzione anche alla scala comunale.

Per quanto riguarda la soglia regionale di riduzione del consumo di suolo per funzioni produttive di beni e servizi, la proposta del PTR per il 2020 è quella di applicare una riduzione del 20%, che corrisponde ad una diminuzione di 1.790 ha di superficie non urbanizzata ricompresa in Ambiti di trasformazione su suolo libero con destinazione produttiva di beni e servizi.