In merito alle problematiche connesse alle vasche di laminazione del Seveso, segnaliamo questo evento che si terrà sabato 18 febbraio 2017 ,alle ore 9.30, presso la sala del Consiglio Comunale di Bresso in via Roma 25.
Categoria: Partecipazione
Assemblea pubblica di Legambiente-circolo di Bollate e i promotori della raccolta firme.
Segnaliamo questo importante evento , organizzato per venerdì 13.01.17 alle ore 21.00 , presso il salone parrocchiale di Cassina Nuova a Bollate
Fonte: https://www.facebook.com/legambientebollate/posts/1687063031319591:0
Qui di seguito alcuni strumenti e spunti di riflessione utili per partecipare attivamente all’incontro
Fai clic per accedere a 16%20Del%20Caz_Teodosio_Tema%201.pdf
Fai clic per accedere a ud004_tema_1.pdf
Fai clic per accedere a Campos_Rigenerazione_vs_espansione.pdf
Fai clic per accedere a Libro_protCivile_buonepratiche_0000001113.pdf
“People4Soil”, aderire è semplice ed immediato. Fatelo
Peolpe4Soil
“DIVENTA VOLONTARIO IN DIFESA DEL SUOLO
Sei un blogger professionista, un esperto di social media o semplicemente un assiduo utilizzatore della rete? La natura ha bisogno del tuo aiuto: diventa un Ambasciatore di People 4 Soil!
Pochi sanno che il suolo è la risorsa più importante d’Europa, in quanto è strettamente connesso al benessere umano e alla sostenibilità ambientale. Senza proteggere il suolo sarà impossibile sfamare la popolazione mondiale, fermare la perdita di biodiversità, passare ad un’agricoltura senza sostanze tossiche, mitigare il riscaldamento globale e adattarsi ai cambiamenti climatici!
Questo è il motivo per cui a Settembre 2016 una rete di più di 300 organizzazioni lancerà una Iniziativa dei Cittadini Europei per introdurre una specifica legislazione a tutela del suolo in Europa. Una ICE non è una normale petizione: è lo strumento ufficiale per invitare la Commissione Europea a proporre nuovi atti legislativi. Un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, e inoltre è richiesto un numero minimo di firme in almeno 7 Stati Membri. Questo difficile obiettivo deve essere raggiunto in 12 mesi, per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
Se sei editor di un sito web, se sei attivo sui social network (Facebook, Twitter, Instagram…) e hai molti amici che possono ascoltare i tuoi messaggi in difesa della natura, registrati come “Ambasciatore di People 4 Soil” e compila il questionario che trovi qui sotto! Riceverai il nostro kit del web attivista, e durante la campagna ti invieremo specifici contenuti, articoli inediti e social media post pronti per essere condivisi sul tuo sito, blog o social network.
Aiutaci a dare un diritto al suolo, unisciti a #People4Soil! ”
Noi CBS abbiamo aderito.
Per saperne di più, premi qui
Invito alla lettura (e ad una replica…)
Riprendiamo una lettera pubblicata recentemente sulle pagine de” il notiziario” , per sottolineare come a Bollate, fortunatamente, non vi siano i soli cittadini bollatesi solidali ad evidenziare criticità nella gestione dei servizi dedicati all’infanzia e alla fasce più giovani della nostra comunità, oltre che alle altre tematiche relative allo sviluppo del nostro territorio, legate al consumo di suolo e all’edificazione di supermercati e centri commerciali .Invitiamo quindi i nostri concittadini a prendere visione dei contenuti della lettera scritta da Marco Balzano, giovane ed autorevole scrittore, che ha fregiato la città intera con il suo recente successo letterario.
A lui e a tutti i bollatesi andrebbero fornite immediate risposte. È e resta nostra opinione che sia sbagliato procedere ad assumere decisioni così importanti , come quella di chiudere questo tipo di servizi, ancora prima di averne attivato altri in sostituzione degli stessi, perché la prima domanda, la più scontata, è chiedersi cosa dovranno fare i genitori e i bambini , da qui a gennaio 2017.
Attendendo di poter incontrare l’assessore Leone nei prossimi giorni, e quindi di potervi scrivere le nostre impressioni sulla vicenda “giocotanto”, vi auguriamo una buona lettura e , come di consueto, una serena domenica.
Cittadini Bollatesi Solidali
Una di quelle notizie che ti lasciano l’amaro in bocca…
Dalle cronache odierne de ” il Giorno”, apprendiamo di una triste notizia: ” Cusano, moria di pesci nel Seveso inquinato“. Noi CBS a questo punto ci chiediamo se, accertate le responsabilità, qualcuno pagherà il danno ambientale registrato, oppure tutto finirà in una bolla di sapone, anche se qui temiamo qualcosa di molto peggio.
Soprattutto ci chiediamo se vi sia ancora qualche pur flebile margine per veder convogliare le risorse destinate alla ormai prossima realizzazione delle vasche di laminazione di Senago (sopra la falda acquifera bollatese, ricordiamolo) verso un pieno disinquinamento del fiume.
Ancora una volta e nonostante tutto, confidiamo in saggezza e verità, le stesse che ci hanno visto dalla parte giusta quando è stato il momento di chiedere, come semplici cittadini e al fianco dei senaghesi, tra le tante cose e in alternativa alla loro non realizzazione, la riduzione della profondita delle vasche, stante il progressivo innalzamento della falda e una corretta ed immediata pulizia del corso del fiume da prevedibili ostruzioni.
Dice un detto che “chi mal comincia, mal finisce”, ed è noto che i detti popolari portino con sé sempre qualcosa di saggio e vero. Noi vorremmo suggerire anche che chi mai comincia, mai finirà.
L’argomento farà sicuramente discutere nelle prossime settimane e, nel merito, siamo contenti che a Bollate si sia dato avvio al nuovo circolo locale di Legambiente, perche è in questo tipo di problematiche che deve emergere l’impegno attivo e la piena “partecipazione popolare” dei cittadini che hanno a cuore l’ambiente in cui vivono.
Il dopo Expo e il voto di domenica prossima a Milano
Domenica prossima, 19 giugno 2016, in occasione del ballottaggio per l’elezione del nuovo Sindaco di Milano, da bollatesi, seppur inclusi in ” città metropolitana”, non potremo votare ma, trovandoci ad un paio di chilometri dall’area Expo, sentiamo di poter condividere le osservazioni e le indicazioni contenute in questo interessante post di Emilio Battisti.
Buon voto ai milanesi
Profughi a Bollate? Con un progetto serio di accoglienza si può.
La notizia ha riempito le prime pagine dei giornali locali e nazionali di qualche giorno fa: centinaia di profughi sistemati al confine di Bollate nell’area Expo. Subito si è scatenata la protesta e la preoccupazione dei politici e dei cittadini, ora rientrata perché gli immigrati sono stati spostati altrove.Tutti sappiamo che questo è un modo di operare che segue la logica dell’emergenza piuttosto che quella del governo del problema. Cosa fare allora? Come muoversi?
Il fenomeno migratorio è ormai un dato di fatto del nostro tempo e dei nostri territori. Se non si parte da questa consapevolezza non riusciremo mai ad affrontare adeguatamente il problema (che è in realtà insieme anche una risorsa) né come Europa, né come Italia e nemmeno come città di Bollate. Sentiamo spesso dire, a ragione, che bisogna passare dalla fase dell’emergenza alla fase del governo del fenomeno migratorio; perciò occorre per quanto possibile preparare, programmare e gestire al meglio tutti gli aspetti che riguardano l’accoglienza, l’inserimento e l’integrazione di tante persone che fuggono da guerre, miseria, catastrofi naturali, regimi politici autoritari. Non è nostra intenzione affrontare in questo contributo di riflessione il problema dell’immigrazione in quanto tale, né tanto meno inseguire facili slogan che alzano polveroni mediatici ma non costruiscono nulla. Proviamo piuttosto ad avanzare una proposta politico-amministrativa, che non vuole essere originale, e di fatto non lo è – esperienze simili sono già in corso anche in Italia – ma concreta, percorribile e in linea con l’obiettivo di governare il fenomeno migratorio.
Per non rincorrere la situazione e trovarsi inevitabilmente impreparati a gestire domani l’accoglienza improvvisa e numerosa di immigrati, pensiamo che la nostra città oggi possa perseguire l’obiettivo di creare le condizioni per privilegiare l’accoglienza diffusa dei migranti nel territorio. Come? Innanzitutto bisogna censire gli appartamenti sfitti presenti in città e proporre ai proprietari di metterli a disposizione per accogliere nuclei familiari di immigrati/profughi. Certo la Prefettura e il Comune devono farsi garanti di una serie di aspetti: l’affitto/convenzione d’uso e forme di incentivo (es. sgravi su tasse locali). Pensiamo, poi, sia utile e funzionale che nella gestione effettiva dei nuclei familiari accolti siano coinvolti direttamente associazioni del settore, che in modo più agile e puntuale sanno farsi carico delle problematiche inerenti il fenomeno migratorio. Al Comune in particolare, a nostro parere, spetterebbe un ruolo di supervisione e regia dell’azione nel suo complesso, promuovendo una rete di solidarietà in città che programmi corsi di italiano, incontri con la cittadinanza sul progetto, iniziative che valorizzino gli scambi culturali e la convivenza.
Siamo sicuri che in questo modo la gran parte dei cittadini, le parrocchie, le associazioni e gli enti di volontariato di Bollate saranno convintamente al fianco dell’amministrazione comunale.
Di fronte alla scontata obiezione e critica di chi dirà: “ E chi pensa agli italiani in difficoltà, senza lavoro e magari senza casa?”, rispondiamo che quest’azione di accoglienza e sostegno non è in alternativa ad un’altra, anzi può essere un modello di intervento valido anche per altri bisogni.
Cittadini Bollatesi Solidali
Intorno al “consumo di suolo”
Da qualche tempo, ritrovandoci ad analizzare alcuni aspetti relativi al ” consumo di suolo” , con una visione più ampia piuttosto che solo locale e bollatese, da vari portali istituzionali e tecnici, abbiamo acquisito delle informazioni che crediamo possano essere utilissime per chi abbia voglia di condividere con noi le proprie impressioni.
Ve ne forniamo una sintesi. Buona lettura
Consumo di suolo
Il suolo è una risorsa fondamentale per l’uomo e costituisce, di fatto, una risorsa non rinnovabile, visti i tempi estremamente lunghi necessari per la formazione di nuovo suolo.
Per sua natura al centro di un sistema di relazioni tra uomo e cicli naturali che assicurano il sostentamento della vita, il suolo è non solo riserva di biodiversità, ma anche base per la produzione agricola e zootecnica, per lo sviluppo urbano e degli insediamenti produttivi, per la mobilità di merci e persone, per il benessere ed il godimento dei valori paesaggistici.
Tuttavia è ormai noto che, soprattutto a causa delle attività antropiche e di scelte di uso poco sostenibili, il consumo di suolo avanza e continua a generare la perdita irreversibile di preziose risorse ambientali e funzioni ecosistemiche, influendo negativamente sull’equilibrio del territorio, sui fenomeni di dissesto, erosione e contaminazione, sui processi di desertificazione, sulle dinamiche di trasformazione e sulla bellezza del paesaggio. Ciò porta ad una elevata sottrazione della biodiversità e della produttività e compromette la disponibilità di risorse fondamentali per lo stesso sviluppo della nostra società.
Negli ultimi anni stanno crescendo le iniziative legislative volte alla riduzione del consumo di suolo.
Gli orientamenti della comunità europea
Nel 2002 la Commissione europea aveva prodotto un primo documento, la Comunicazione COM (2002) 179 dal titolo “Verso una strategia tematica per la protezione del suolo” e nel settembre 2006 ha proposto una nuova Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, che avrebbe dovuto definire il quadro complessivo per la protezione del suolo e adottare la Strategia tematica per la protezione e l’uso sostenibile del suolo. Tale strategia pone l’accento sul prevenire l’ulteriore degrado del suolo e mantenerne le funzioni, sottolineando la necessità di porre in essere buone pratiche per ridurre gli effetti negativi del consumo di suolo e, in particolare, della sua forma più evidente e irreversibile: l’impermeabilizzazione (Commissione Europea, 2006).
L’importanza di una buona gestione del territorio e, in particolare, dei suoli è stata ribadita dalla Commissione Europea nel 2011, con la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse (Commissione Europea, 2011b), nella quale si propone il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere, in Europa, entro il 2050.
Obiettivo rafforzato in seguito dal legislatore europeo con l’approvazione del Settimo Programma di Azione Ambientale, denominato “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, (Parlamento europeo e Consiglio, 2013) che ripropone l’obiettivo precedente, richiedendo inoltre che, entro il 2020, le politiche dell’Unione debbano tenere conto dei loro impatti diretti e indiretti sull’uso del territorio.
Disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo
Negli ultimi anni sono state predisposte e avanzate numerose proposte per la gestione sostenibile e la salvaguardia dei suoli italiani, tra cui molte finalizzate al contenimento del consumo di suolo, tutelando le aree agricole e naturali e incentivando il riuso e la rigenerazione di aree già urbanizzate
In particolare, il disegno di legge 2039 e abb. “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” in corso di esame in Commissione alla Camera dei Deputati, contiene un complesso di disposizioni volte a promuovere l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente mediante il contenimento del consumo del suolo, il riuso e la generazione urbana.
In base all’articolo 2 per “consumo di suolo” si intende l’incremento annuale netto della superficie agricola, naturale e semi-naturale oggetto di impermeabilizzazione e il perseguimento delle predette finalità comporta una valutazione delle alternative di localizzazione delle opere, per evitare il consumo di suolo inedificato. Pertanto la pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica è tenuta ad adeguarsi alle norme del provvedimento. Inoltre le politiche di sviluppo territoriale nazionali e regionali sono tenute a favorire la destinazione agricola e l’utilizzo di pratiche agricole anche negli spazi liberi delle aree urbanizzate.
All’articolo 3 viene stabilito che, con apposito decreto del Ministro delle politiche agricole, debba essere definita, in termini quantitativi, la riduzione progressiva e vincolante di consumo del suolo a livello nazionale, in coerenza con l’obiettivo dell’Unione europea di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. La Conferenza unificata stabilirà i criteri e le modalità per la definizione di detta riduzione, tenendo conto delle specificità territoriali delle varie aree del paese.
Le regioni dovranno dettare disposizioni per incentivare i comuni a promuovere strategie di rigenerazione urbana, anche mediante l’individuazione negli strumenti di pianificazione degli ambiti urbanistici da sottoporre prioritariamente a interventi di ristrutturazione urbanistica e di rinnovo edilizio, prevedendo il perseguimento di elevate prestazioni energetiche, l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’accessibilità ciclabile e ai servizi di trasporto collettivo, il miglioramento della gestione delle acque a fini di invarianza idraulica e riduzione dei deflussi.
L’articolo 11, infine, detta norme transitorie secondo le quali a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge e fino alla adozione del decreto di cui all’articolo 3, e comunque non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di suolo e che decorso inutilmente il termine di tre anni, nelle regioni e province autonome non è consentito il consumo di suolo in misura superiore al 50 per cento della media di consumo di suolo di ciascuna regione nei cinque anni antecedenti.
Proposta di Integrazione del Piano Territoriale Regionale ai sensi della l.r. n. 31 del 2014.
Con delibera n. 4738 del 22/01/2016 la Giunta regionale della Lombardia ha approvato la proposta di Integrazione del Piano Territoriale Regionale, ai sensi della l.r. n. 31 del 28 novembre 2014 per la riduzione del consumo di suolo.
L’Integrazione del PTR costituisce il primo adempimento per l’attuazione della recente legge regionale 31/2014 con cui Regione Lombardia ha introdotto un sistema di norme finalizzate a perseguire, mediante la pianificazione – regionale, provinciale e comunale – le politiche in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana, con lo scopo di concretizzare sul territorio il traguardo previsto dalla Commissione europea di giungere entro il 2050 a una occupazione netta di terreno pari a zero.
Il comma 2 dell’art.2 della l.r. 31/2014 attribuisce al PTR il compito di precisare le modalità di determinazione e quantificazione degli indici che misurano il consumo di suolo.
In particolare l’art.3 comma 1 lett. p, stabilisce che il PTR individui per gli Ambiti territoriali omogenei “criteri e linee tecniche per contenere il consumo di suolo programmato a livello regionale tenendo conto delle specificità territoriali, delle caratteristiche qualitative dei suoli, dello stato della pianificazione, urbanistica e paesaggistica, dell’esigenza di realizzare infrastrutture e opere pubbliche, dell’estensione del suolo già edificato, dell’effettiva sussistenza di fabbisogno abitativo legato ad incrementi demografici reali e dell’assenza di alternative alla riqualificazione e rigenerazione dell’urbanizzato, nonché di fabbisogno produttivo motivato anche sulla base di analisi desunte da indicatori statistici di livello locale e sovralocale che giustifichino eventuale consumo di suolo”.
Per l’approvazione e l’attuazione del PTR sono previste le seguenti procedure amministrative per il conseguimento dell’obiettivo di riduzione del Consumo di suolo:
- La Giunta regionale approva l’integrazione del PTR che stabilisce la soglia regionale e le soglie provinciali di riduzione del consumo di suolo e attiva la procedura di VAS.
- Il Consiglio regionale approva l’integrazione del PTR.
- La Città Metropolitana e le Province elaborano un’ipotesi di soglie per ciascun ambito territoriale omogeneo (Ato) in collaborazione tecnica con la Regione e indicono conferenze di Ato per valutare con i Comuni le soglie comunali e i criteri di applicazione.
- La Città Metropolitana e le Province inviano alla Regione eventuali proposte di modifica delle soglie e dei criteri.
- La Regione raccoglie le proposte della Città Metropolitana e delle Province, elabora la ridefinizione delle soglie ed eventualmente la messa a punto dei criteri ed elabora il progetto di revisione finale del PTR, comprensivo degli elaborati della valutazione ambientale.
- Il Consiglio regionale approva il progetto di revisione finale del PTR.
- La Città Metropolitana approva il Piano strategico e le Province approvano i PTCP con le soglie definitive e i criteri definitivi entro 12 mesi dall’approvazione dell’adeguamento del PTR, come richiede la legge 31/2014.
- Successivamente entro 12 mesi dall’adeguamento dei PTCP del Piano strategico della città metropolitana e dei PTCP, i Comuni approvano i nuovi Documenti di Piano dei PGT con le relative Carte del consumo di suolo e li inviano alla Città Metropolitana e alle Province per la verifica di compatibilità e alla Regione per il monitoraggio del PTR.
Per procedere all’individuazione della soglia regionale, e di conseguenza individuare le soglie provinciali, la proposta di revisione del PTR ha inteso necessario confrontare la domanda di superfici residenziali e per funzioni produttive di beni e servizi, con l’offerta potenziale di superfici costituita dagli Ambiti di trasformazione dei Documenti di Piano e dallo stock di immobili vuoti, dismessi, abbandonati e in costruzione.
Si è previsto, in linea teorica, che il fabbisogno sia soddisfatto prioritariamente dagli Ambiti di trasformazione previsti su suolo urbanizzato, in coerenza con il principio sancito dalla l.r. 31/2014 (ex art.3, comma 1 lett.h) di “tenere conto prioritariamente” delle presenza di patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato,
Il fabbisogno residuo, cioè quello che non trova localizzazione (dal punto di vista quantitativo) negli Ambiti di trasformazione su superficie urbanizzata, si ipotizza che venga soddisfatto dalle previsioni su superficie non urbanizzata.
Dal raffronto tra fabbisogno residuo e previsioni su superficie non urbanizzata emerge che queste ultime dovrebbero essere ridotte, a livello regionale, di una quota pari a circa il 45%, che al 2020 (coincidente con il primo periodo di vigenza del PTR integrato ai sensi della l.r.31/2014) si ipotizza possa essere pari a un intervallo compreso tra il 20 e il 25%, pari cioè a circa la metà della soglia al 2025.
La proposta di revisione del PTR ha articolato tale riduzione per la funzione residenziale e per funzioni produttive di beni e servizi
Per quanto riguarda la definizione delle soglie di riduzione di consumo di suolo provinciali per la funzione residenziale, le soglie di riduzione del consumo di suolo sono state raggruppate in due macro-classi:
- tra il 20% e il 25% per le Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio e Varese;
- tra valori maggiori di 25% e il 30% per le Province di Mantova, Monza e Brianza e la Città Metropolitana di Milano.
In sede di adeguamento al PTR integrato ai sensi della l.r. 31/2014, i PTCP e il Piano strategico della Città Metropolitana, dovranno definire (sulla base della soglia provinciale dettata dal PTR), le soglie di riduzione del consumo di suolo per gli Ambiti territoriali omogenei, che potranno essere integrate e riviste, in raccordo con il livello regionale, con l’introduzione di ulteriori elementi di giudizio utili a meglio definire eventuali singole specificità territoriali, differenziando, se necessario, i criteri di applicazione della soglia di riduzione anche alla scala comunale.
Per quanto riguarda la soglia regionale di riduzione del consumo di suolo per funzioni produttive di beni e servizi, la proposta del PTR per il 2020 è quella di applicare una riduzione del 20%, che corrisponde ad una diminuzione di 1.790 ha di superficie non urbanizzata ricompresa in Ambiti di trasformazione su suolo libero con destinazione produttiva di beni e servizi.
Ottima notizia: “Rigenerazione urbana, al via il processo di partecipazione”
Bene, sul sito internet istituzionale del Comune di Bollate, apprendiamo di un’ ottima notizia, ancor più se divulgata dopo una nostra precisa richiesta, contenuta ed articolata con altre, avanzata lo stesso giorno e qualche ora prima …
Resta da definire chi decida e sulla base di cosa si rientri nella categoria degli “stakeholder” e, soprattutto, se il lasso di tempo scelto possa consentire un’adeguata risposta ed effettiva PARTECIPAZIONE.
Noi, chiaramente, ci auguriamo di sì.
Ma tutto è perfettibile, intanto buon HOP (hop) a tutti!
urbanistica ed edilizia privata
05/02/2016
RIGENERAZIONE URBANA, AL VIA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE
Inizia il processo di partecipazione connesso al progetto di Rigenerazione urbana complessiva e di inclusione sociale, che sarà attuato a Bollate mediante il sostegno finanziario della Comunità Europea e della Regione Lombardia.
Con HOP! FAI UN SALTO E RIGENERA BOLLATE, parte quindi l’attività partecipativa finalizzata a coinvolgere le parti presenti sul territorio per costruire insieme le azioni dirette a realizzare lo Sviluppo Urbano Sostenibile.
Per un periodo di cinque mesi verrà svolto un percorso comune di rigenerazione di idee, con il quale si tenterà di eseguire un lavoro di selezione dei propositi più significativi per renderli poi concreti nella realtà locale. Si partirà dalle buone esperienze per formulare le giuste domande per il nostro territorio in modo da conseguire le soluzioni strategiche integrate risolutive delle problematiche sociali, culturali, economiche, ambientali e demografiche del nostro contesto territoriale.
Il progetto HOP! FAI UN SALTO E RIGENERA BOLLATE comprende una serie di laboratori che costituiranno la sede in cui elaborare le idee per il futuro della nostra città. La prima fase di lavoro denominata “Fare Rete” prevede tre laboratori di condivisione delle buone pratiche, nel corso dei quali sarà possibile sollevare dubbi, problemi, esprimere opinioni e propositi.
Il primo di tali laboratori è rivolto agli stakeholder, mentre nei laboratori successivi verranno coinvolti i cittadini e la compagine politica per consentire un percorso mirato.
IL PRIMO LABORATORIO SI TERRA’
MARTEDI’ 9 FEBBRAIO 2016, dalle ore 16.30 alle ore 18.30
BIBLIOTECA COMUNALE
PIAZZA C.A. DELLA CHIESA, 30 – BOLLATE (MI)”
Iniziativa comune di mobilitazione in favore degli abitanti delle case Aler di via Turati
Fonte: CCDP e Scheda progetto: Università di Parma
CONSIDERATO
- che la situazione di degrado in cui versano le case Aler di via Turati continua ad essere preoccupante;
- che i lavori di ristrutturazione, nonostante i proclami pre-elettorali del 2015, sembrano essere ad oggi in seria fase di stallo o comunque procedere molto a rilento rispetto a quanto le condizioni abitative degli inquilini meriterebbero;
- che sembra poi, addirittura, che alcuni interventi abbiano peggiorato lo stato degli appartamenti esponendoli ad infiltrazioni pericolose, malsane e invivibili;
- che comunque in data 7 gennaio 2016 il Sindaco, accompagnato dal capo cantiere, rilevava, documentava e condivideva in un gruppo facebook locale, la seguente situazione
CI CHIEDIAMO
- se sia possibile avere più dettagli ufficiali e un monitoraggio costante e dedicato alla situazione e all’oggi, dato che le notizie nel merito fornite da parte dell’Amministrazione attuale e rintracciabili nel sito internet istituzionale, sembrano ferme ad un comunicato del 23 ottobre 2015, in cui si affermava che i 9,5 milioni di euro, stanziati da parte di Regione Lombardia e in disponibilità di Aler, risultavano depositati presso un conto corrente dedicato;
- se sia possibile inoltre, sempre a fronte degli elementi evidenziati, avviare in modo celere i processi di partecipazione previsti dal progetto di“riqualificazione urbana sostenibile”, che riguarda l’area compresa tra via Vittorio Veneto, via Repubblica, la strada Statale Varesina e via Verdi, al centro della quale vi sono proprio gli appartamenti Aler di via Turati 40, e finanziato con gli ulteriori 7,5 milioni di euro di fondi europei recentemente “piovuti” sulla testa dei bollatesi;
- fino a che punto si debba sperare che le condizioni climatiche non accentuino i profondi disagi abitativi di molti degli inquilini di Aler, in tutto e per tutto pari in dignità, diritti oltre che doveri, a tutti gli altri cittadini bollatesi, con la differenza di essere stati provati ormai da troppi anni di attese e promesse per un miglioramento delle loro condizioni abitative.
CONVINTI
- anche noi che << Bollate è una sola, e che centro e frazioni sono “tutt’uno” >>,
- sia necessario ed urgente mobilitarsi in appoggio e sostegno di questi nostri concittadini affinché si dia piena visibilità, anche mediatica, a questa deprimente situazione.
CHIEDIAMO A TUTTE LE FORZE POLITICHE LOCALI
ai loro responsabili e rappresentanti nel Consiglio Comunale di intraprendere, in modo coeso e deciso, tutte le iniziative utili, atte ad informare, sensibilizzare e rendere partecipe la cittadinanza su quanto sta accadendo, sullo stato di fatto attuale, sulle sorti del complesso edilizio citato e di chi lo vive e lo abita.
L’intento è quello di levare una voce unitaria e forte che spinga tutte le istituzioni e gli enti responsabili, Aler in primis, a conseguire con chiarezza e responsabilità, gli impegni promessi in maniera efficiente, in tempi ormai urgenti e non più prorogabili, che la ristrutturazione di quest’opera richiede.
GLI INQUILINI ALER NON DEVONO PIÙ ASPETTARE, I BOLLATESI TUTTI NON POSSONO PIÙ STARE FERMI A GUARDARE.
Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi insieme per il recupero dei canali contro il rischio idrogeologico, per fermare gli straripamenti e la falda troppo alta
(Tavola del Piano di Governo del Territorio – PGT – di Bollate – “Componente geologica, idrogeologica e sismica_ sintesi degli elementi conoscitivi” )
Dando seguito a quanto già scritto in merito al problema dell’innalzamento della falda acquifera e delle vasche di laminazione del fiume Seveso, previste a Senago, al confine di Bollate, segnaliamo la lettura di questo interessante comunicato del gruppo CAP , realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Milano, Monza e Brianza,Varese, Como e il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi , del 27/11/2015. Il comunicato è stato ripreso in un articolo odierno di “Avvenire”. Noi lo abbiamo recuperato in rete e ve lo riproponiamo integralmente.
<< In collaborazione con l’Università Statale di Milano parte il progetto pilota, una progettazione innovativa per il recupero del reticolo idrico minore
Oltre un milione di euro per avviare il recupero del reticolo idrico minore in buona parte costruito e progettato nel medioevo, per smaltire l’eccesso di acque meteoriche e l’innalzamento della falda che crea numerosi problemi nelle nostre città. E’ questo il contenuto del progetto di Gruppo CAP e Consorzio Est Ticino Villoresi (ETVilloresi), che hanno avviato la prima fase di studio coordinato dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Il progetto si pone l’ambizioso obiettivo di riattivare per la raccolta delle acque di pioggia, di falda e di scambio geo termico in eccesso, il sistema di rogge, canali e fontanili del reticolo idrico minore la cui costruzione risale a più di otto secoli fa. Molte sono le città, infatti, a partire da quella metropolitana di Milano, che a ogni fenomeno di pioggia intensa vedono allagarsi i propri quartieri. La causa principale è la diffusa cementificazione e impermeabilizzazione del suolo e delle aree fluviali. L’acqua non può più essere smaltita solo con l’implementazione di strutture come le vasche volano, ma è necessario gestirla in forma ambientalmente integrata anche per un possibile, ecologico ed efficace reimpiego.
Gruppo CAP, con un investimento di un milione di euro, riporterà alla luce un ambiente perduto: insieme al Consorzio ETVilloresi e grazie a uno studio del reticolo idrico condotto dall’Università di Milano recupererà quanto già i cistercensi avevano fatto con le marcite e i canali di irrigazione per far defluire le acque in eccesso, evitando per quanto possibile gli effetti rovinosi delle bombe d’acqua, e sfruttare l’acqua in eccesso in agricoltura. Si tratta di un percorso di prevenzione che mette in campo soluzioni progettuali innovative di ingegneria idraulica e ambientale. Le acque raccolte saranno così convogliate in polmoni di fitodepurazione e poi utilizzate nel settore agricolo.
“Gruppo CAP, in qualità di gestore del servizio idrico, afferma da tempo di essere pronta ad occuparsi delle acque meteoriche, la cui gestione oggi è parcellizzata fra troppi enti diversi, e grazie questo progetto diventa protagonista nella complessa dimensione idraulica del territorio – ha affermato Alessandro Russo Presidente di Gruppo CAP -. Oggi la sfida è quella di governare i processi di trasformazione urbana progettando un’infrastruttura idrica intelligente e diffusa dove non basta ‘contenere’ le acque attraverso la proliferazione di vasche e bacini artificiali ma serve introdurre i concetti di resilienza idrica nei criteri di progettazione ed esecuzione di edifici e quartieri. Sono necessarie soluzioni innovative per una gestione smart dell’acqua, come quelle messe a punto dalla Città di Essen, Green Capital Europea 2017, aumentando la sicurezza a tutto beneficio dei cittadini rispetto ai rischi connessi ai fenomeni climatici estremi”.
La gestione delle acque meteoriche è un tema che riguarda l’intero sistema idraulico del Paese che deve fare i conti con l’aumento, rispetto a trent’anni fa, della frequenza degli eventi climatici estremi: nove volte più frequenti negli ultimi dieci anni. Attualmente sui nostri territori non esiste una gestione separata delle acque di pioggia che confluiscono, come le acque provenienti da condizionatori domestici e di grandi complessi, in fognature e depuratori progettati per gestire le acque di scarico domestico e industriale. L’eccesso di acque meteoriche all’interno dei depuratori rende meno efficiente la depurazione e, raggiunto il limite di contenimento, diventa inevitabile che esse si riversino direttamente nei corpi idrici superficiali (fiumi, canali, rogge…) Gli eccessivi interventi dell’uomo sull’ambiente hanno, da un lato determinato una manomissione dei tanti piccoli canali progettati in epoca medievale e rinascimentale mentre, dall’altro, hanno impermeabilizzato con asfalto e cemento grandi porzioni di terreno rendendo impossibile l’assorbimento dell’acqua. Questo, sommandosi all’innalzamento della falda, è causa di allagamenti di cantine, box, tunnel e metropolitane e porta a una situazione di continua emergenza.
“Siamo molto soddisfatti dell’accordo sottoscritto che permetterà al Consorzio Est Ticino Villoresi e al Gruppo CAP di lavorare in sinergia per un utilizzo intelligente del reticolo idrico superficiale – ha dichiarato Alessandro Folli Presidente del Consorzio ETVilloresi -. In qualità di autorità idraulica per la rete gestita nel proprio comprensorio, ETVilloresi saprà garantire conoscenze, esperienze e professionalità per effettuare gli adeguati approfondimenti tecnico-scientifici. Il recupero e il miglioramento della funzionalità idraulica dei canali gestiti, anche attraverso l’immissione di acque esterne compatibili con gli usi irrigui, rappresentano senza dubbio modalità efficaci di tutela territoriale. I Consorzi di bonifica possono fare la differenza nella lotta contro il rischio idrogeologico e accordi, come quello appena siglato con il gruppo CAP, non possono che potenziare il contributi apportato sul fronte della salvaguardia dei nostri territori, sempre più messi a dura prova da fenomeni meteorologici particolarmente intensi e frequenti – ha sottolineato Folli”.
Il primo progetto pilota riguarderà il fontanile Briocco, sul territorio di Rho, che verrà recuperato, collegato ai successivi tratti del reticolo idrico e dove saranno convogliate le acque di pompaggio di falda di un grande parcheggio interrato e le acque di scambio termico del condizionamento di un cineteatro.
L’utilizzo del reticolo idrico minore per intercettare le acque di pioggia è una delle 21 azioni messe in campo da CAP con il programma CAP 21 per rispondere alle questioni aperte da Cop 21, la Conferenza sul clima che si terrà tra qualche giorno a Parigi. I 21 impegni di sostenibilità si riassumono in sette grandi aree di intervento: #Acquadabere, #Acquadarecuperare, #acquadavalorizzare, #Acquadacostruire, #Acquadarisparmiare, #Acquadainnovare e #Acquadasostenere >>
Sempre sul dopo Expo …
Expo 2015: serve più partecipazione per decidere il destino dell’area espositiva
“La partecipazione della gente alle decisioni strategiche e, in particolare, alla progettazione urbanistica è un fattore vitale per il successo delle trasformazioni urbane di una città, per la qualità della vita dei suoi abitanti, per generare inclusione sociale e favorire la trasparenza. Questo principio è stato declinato da generazioni di urbanisti nel secolo scorso e, tra tutti, ricordo in modo particolare Giancarlo De Carlo, genovese per caso e laureato nel Politecnico di Milano. Pubblicò L’architettura della partecipazione più di 40 anni fa. Erano gli anni (1973) di una canzone di Giorgio Gabertuttora viva nel profondo collettivo della mia generazione. Il testo di Sandro Luporini traduceva in poesia un valore inconfutabile, assieme individuale e collettivo: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione; la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”.
Nel discutere il destino delle aree e delle infrastrutture di Expo 2015, la discussione si è finora limitata a una serie di schermaglie tra le diverse istituzioni, con Stato, Regione e Comune in prima fila, focalizzate su temi e soluzioni non affatto originali. Si sono fatte molte ipotesi e qualche principe azzurro si è pure fatto avanti, ancorché squattrinato, e qualche finanziamento hi-tech è anche apparso all’orizzonte, naturalmente da fonte statale. Nessuno o quasi ricorda, invece, che questo destino ere stato oggetto, quattro anni fa, di un evento caratterizzato da una grande partecipazione, chiamato referendum.
Il Referendum consultivo d’indirizzo per conservare il futuro parco dell’area Expo (numero 3) chiedeva: “Volete voi che il comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a garantire la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito Expo e la sua connessione al sistema delle aree verdi e delle acque”?
Nei giorni 12 e 13 giugno 2011 ha votato “Sì” il 95,51% dei votanti. Se 454.995 milanesi hanno espresso l’indirizzo di conservare il parco agroalimentare e solo 22.443 hanno detto “No”, ignorare se non umiliare la partecipazione come, almeno in apparenza, sta accadendo non è mai una buona cosa. Spesso prelude a una deriva non propriamente democratica e, talvolta, diventa l’anticamera dei periodi oscuri in cui la libertà rimane soltanto una parola falsa e vana, senza sostanza alcuna.”
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